Si narra che la pasta con il nero di seppia fu il primo pasto che una illustre suocera, la madre di Rapisardi, presentò alla futura nuova toscana Giselda Foianesi.
Siamo a Catania, i due andarono a vivere, fu la suocera a far conoscere alla Foianesi la pasta con il nero di seppia, ma la sposina inorridì nel vederla e la definì “tenebroso cibo di gente selvatica” invano marito e suocera tentarono di convincerla ad assaggiarla".
INGREDIENTI:
• 1 seppia da 700/800 g (o 2 più piccole)
• 1 spicchio d’aglio
• lio extra vergine di oliva
• 2 cucchiai di passata di pomodoro
• sale
• pepe
• 1/" bicchiere di vino bianco secco
• acqua qb
• 1 sacchetto di nero di seppia
• 320 g di spaghetti
Pulire la seppia: incidere la pancia, estrarre con due dita l'osso, eliminare le interiora. Individuare il sacchetto del nero e sfilarlo. Eliminare la bocca incidendola alla base e premendo per farla fuoriuscire. Incidere gli occhi con un coltello ed eliminarli. Procedere a spellare la seppia sotto l’acqua corrente tirando la pelle con le dita ed eliminare le parti cartilaginose. Tagliare la seppia in piccoli pezzi.
In una pentola rosolare nell’olio l’aglio tagliato a fettine poi versare i pezzetti di seppia e sfumare con il vino bianco.
Girare con un mestolo ed aggiungere la passata di pomodoro e poco sale. In una ciotola con la punta di un coltello incidere il sacchetto del nero e con le dita (mettere i guanti di gomma) far fuoriuscire il suo interno che si presenterà sodo e gelatinoso. Versare acqua calda e far sciogliere bene, poi filtrare ed eliminare il sacchetto ormai svuotato. Versare sulle seppie metà del nero diluito con l’acqua calda, chiudere con un coperchio e lasciar cuocere a fuoco dolce per circa 40 minuti. A fine cottura togliere il coperchio, lasciar addensare a fuoco medio e terminare con del pepe macinato fresco. Cuocere gli spaghetti al dente, scolarli e versarli nella pentola contenente il sugo di seppie. Rigirare bene e poi servire.
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